Joan Cornellà, la potenza del fumetto muto tra surreale e grottesco

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Joan Cornellà è eccezionale, un vero artista per immagini nonché uno dei miei preferiti fumettisti online. Spagnolo di Barcellona, trentaduenne, ha votato la sua carriera al surreale e al grottesco. Giocando con non-sense e maschere, mezzi letali per stimolare comicità, mezze-risate, bocche storte e reazioni sguaiate, si denota una apparente mancanza di sensibilità della fisicità umana. L’espressività dei suoi figuri, al limite del marionettismo, non è convenzionale. 

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Un genio dell’emozione muta, perché i suoi lavori raramente presentano parole o onomatopee. Non ha assolutamente bisogno di far parlare i suoi simbolici personaggi, i suoi umani disumanizzati. E quando giocare con fantasia e non-sense riesce nello stimolare divertimento allora ci si accorge che l’autore ha tra le mani un’arma dalla capacità infinita. Cornellà è tutto questo, lavora sulle sei vignette quando logorroico, sulle quattro quando semplice, su una quando vuole essere diretto e incompreso.

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Vi assicuro che i suoi fumetti a una vignetta spesso non portano a nulla. Li guardi, li assapori, ti strappano uno stupeficium. Le sei vignette sono la sua magia perché arrivano al dunque, il miglior storytelling color pastello. Le strip qui presentate ne sono un chiaro esempio, i suoi personaggi prendono decisioni al limite della follia guidate dall’istinto. Forse è questo che voglio dire, ogni vignetta sembra essere coronata da una decisione istintiva, improvvisa e sempre opposta a quella che la nostra mente sceglierebbe per normale quieto vivere.

Destabilizzare la nostra sensibilità, dove disegni orripilanti e imbarazzo fanno da padroni.

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Ascolto consigliato nella visione e oscurità della sua pagina
James Blake – Retrograde

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